mercoledì 26 dicembre 2012

La fine del mondo in un hastag.


Da Il caffè del 21 dicembre 2012


#DomaniNonPossoMorirePerchè (scritta proprio così, con l’accento su perché sbagliato), è una delle prime tendenze tra gli hastag Twitter, insieme a #finedelmondo.
Sembra che questa storia sulla fine del mondo abbia conquistato proprio tutti, scettici, increduli, dubbiosi, ma soprattutto ironici. Ce n’è da inventar di battute e tormentoni, data la straordinarietà della notizia. In generale, online, fioccano articoli, immagini, vignette, chi più ne ha ne metta. E’ come se ci fosse bisogno, in fondo, di esorcizzare i disastri cui ogni giorno si assiste impotenti.
Il TgCom (mediaset.it) racconta le scommesse che si stanno facendo su come finirà il mondo: peste, attacco nucleare, pioggia di meteoriti, Apocalisse degli Zombie. La domanda è: chi ritirerà la vincita se il mondo sarà finito?
Su Facebook c’è chi propone un happy hour della fine del mondo, per aspettarla con un aperitivo e con un countdown tutti insieme appassionatamente, e chi si chiede come i Maya avessero fatto a prevedere la fine del mondo e non la propria.
Senza considerare che in alcuni Paesi del mondo, per via del fuso orario, la fine del mondo dovrebbe essere anticipata di parecchie ore, perché il 21 cade prima che in Italia.
Solo superstizione? Deduzioni sbagliate? Sicuramente sì, anche perché sia la Nasa che il CNRS francese hanno già abbondantemente smentito più volte la notizia di un imminente asteroide, o addirittura dell’inversione dei poli e dello spostamento dell’asse terrestre, altra teoria spesso sbandierata, ma completamente infondata.
E perché allora tanta attenzione a questo argomento? Forse perché è diventato un fenomeno mediatico, se non addirittura “virale”.
C’è chi però guarda alla “fine del mondo” come alla fine di un’era, un periodo storico, in senso metaforico: la fine comporta un nuovo inizio, una rinascita. E se fosse davvero così? L’Occidente sembra stia perdendo il suo primato di superiorità rispetto al resto del mondo, altri Paesi crescono e si arricchiscono, l’Europa sta vivendo un periodo di profonda crisi economica.
Per alcuni studiosi questo non vuol dire per forza una retrocessione dell’Occidente, ma un cambiamento di rotta. Ad esempio, si potrebbe guardare alle potenzialità offerte dalle “città intelligenti” in cui grazie alle tecnologie il risparmio energetico è ottimizzato, le infrastrutture di trasporto sono gestite in maniera intelligente, i cittadini possono interagire meglio tra loro, anche a grandi distanze, grazie ad apparati cellulari. Meno acciaio e cemento, ma polis come entità vive, pulsanti.
In attesa di sapere cosa accadrà davvero, si comincia a fare un bilancio, quel bilancio che di solito tendiamo fare a fine anno.
Si spera che per il 2013 l’Italia riacquisti fiducia in se stessa, come Nazione, come Popolo, come Paese. E’ dura ma bisogna resistere. 

Luisa Ferrara

martedì 25 dicembre 2012

Dal gusto all’impegno, i sapori della legalità.


Da Il caffè del 21 dicembre 2012.


Facciamo un pacco alla camorra” è una di quelle iniziative che ci rendono orgogliosi dei nostri conterranei, della fantasia e della voglia di non mollare mai, e di sapersi sempre mettere in gioco, con i propri mezzi e antiche speranze.

La speranza di combattere la criminalità organizzata “dal basso”, attraverso coesione sociale e cultura, e con la convinzione di dover cambiare una mentalità dominante che mette al centro l’arroganza e l’egoismo personale.

La speranza di fare qualcosa di concreto, partendo da valori e dalle qualità che già si posseggono. Per sentire l’economia non come qualcosa di distante e complesso, ma come il risultato del lavoro quotidiano, delle proprie idee e capacità.

Questa credo che sia la filosofia che sta dietro il “Nuovo commercio organizzato” e l’iniziativa “Facciamo un pacco alla camorra”. Come? Con i prodotti delle nostre terre, l’amore per i cibi sani, naturali, saporiti.

Le nostre terre, quelle confiscate alle mafie, quelle ridate alla cittadinanza, lavorate con amore da gente che crede fortemente nella rinascita. Una rete di cooperative sociali che lavora sulle terre di Don Peppe Diana, portando avanti il suo insegnamento, e vincendo ogni giorno.
Non solo, dunque, il riutilizzo produttivo dei beni confiscati alla camorra, ma anche inserimento lavorativo, per dare davvero una possibilità alle persone che lo meritano, che lavorano nella legalità e nel rispetto delle regole. Perché è solo così che si vince la criminalità, non con le parole, ma lavorando concretamente, ogni giorno “in direzione ostinata e contraria”.
Se siete curiosi di conoscere i prodotti inseriti nelle confezioni regalo dell’iniziativa, potete visitare il sito ufficiale: http://ncocommercio.myshopify.com/ e anche collegarvi alla pagina Facebook https://www.facebook.com/pages/Facciamo-un-pacco-alla-camorra/119000991540364.
Potrete scoprire così anche gli appuntamenti e gli eventi previsti, i punti vendita che vendono le confezioni regalo e gli stand temporanei per il periodo di Natale.
Un bel pacco alla camorra, invece del classico cesto di Natale, e si fa un bel gesto, per sé e per gli altri. 

 Luisa Ferrara

mercoledì 19 dicembre 2012

Tutti su Twitter, c'è Berlusconi.

Da Il caffè del 14 dicembre 2012.

Foto da daily.wired.it

Dimissioni di Monti e ridiscesa in campo di Berlusconi, si proprio così. Tutto insieme, in poche ore. Tanto che, non si capisce fino in fondo, quanto le due cose siano conseguenza l’una dell’altra.

Non ce lo aspettavamo, si può dire. Non così in fretta. I più avrebbero preferito la modifica della legge elettorale, la cosiddetta “Porcellum”, prima di andare al voto. Si vota invece a Febbraio, e mentre dal lato delle “sinistre” è chiaro grazie alle Primarie chi sarà il candidato, a destra c’è confusione, troppa incertezza.
Si era parlato di primarie del Pdl, ma Berlusconi ha tolto ogni dubbio, riproponendosi come leader, senza che nessuno dei suoi fiatasse. Nessun ostacolo, tutti in ordine e obbedienti. Che delusione.

Online l’ironia è fulminante. Berlusconi è descritto come un “dinosauro” della politica, alcuni sono increduli, altri scoraggiati, per non dire “schifati”.
Le domande sono tante, anche perché in poche ore, sembra che tutto cambi, senza alcuna logica apparente.

Su Twitter l’hastag #Berlusconi ovviamente è tra i primi 8 più importanti.
E’ che a lui piace proprio ascoltarsi. Non se ne esce. Lo spettacolo quest'uomo ce l'ha dentro”, scrive una ragazza.
E’ tutto un citare frasi “pazze” dell’ex premier, “#Berlusconi da #Belpietro:Che ci importa dello spread, è un imbroglio’”, oppure “#Berlusconi: ‘Lo #spread è un'invenzione con cui si è cercato di abbattere una maggioranza votata dagli italiani’”.

Si è parlato anche dell’alleanza- non alleanza con Lega Nord:  “#Berlusconi #Vespa: ‘O la Lega mi appoggia o saltano le giunte di Piemonte e Veneto’”.
E di tutta risposta, un utente scrive: “#Berlsuconi eh, eh, chi di Lega ferisce di Lega perisce.”

All’improvviso arriva una notizia che lascia tutti di stucco, increduli, disturbati.
Ieri #Monti era servo della cattivissima Merkel, oggi ‘Se si candida come leader moderati io mi ritiro’. #Berlusconi. #chiamatelaneuro”.

Un utente sintetizza le ultime grandi mosse politico strategiche dei nostri personaggi politici e non: “#Berlusconi non si candida se si candida #Monti, #Montezemolo invece ci sarà ma solo con Monti.  #Monti dal canto suo riflette. Pure noi”.

Infine, un botta risposta dal calibro della migliore telenovela alla Beautiful: “#Berlusconi: ‘#Renzi, per te la porta è aperta’". Lui replica: ‘Chiudila pure’”.
Ma qual è stata la vera, chiara e concisa risposta di Renzi, che fatto tanto scalpore?
Caro Silvio, le cose si possono comprare, le persone no. Non tutte, almeno. Io no. Hai le porte aperte per me? Chiudi pure, fa freddo!#ciao”.

La sensazione che il dibattito politico, si stia spostando anche online, e in particolare, sui social network, è sempre più forte. Pensate che persino il Papa Benedetto XVI è su Twitter.

Mi sa che gli scettici, debbano cominciare a ricredersi.

Luisa Ferrara

martedì 11 dicembre 2012

Disamore criminale.

Da Il caffè del 7 dicembre 2012.




25 novembre 2012. Non solo le primarie del centro sinistra, la fila per votare o i tanti seggi vuoti. Non solo Il testa a testa di Renzi e Bersani, ma anche una giornata che ha un significato particolare per tutta l’Italia e per tutte le donne.
E’ dal 1999 che, tramite una risoluzione,  l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 25 novembre come la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne,  e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le Ong, a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.
L’Onu non ha fatto altro che ufficializzare una data che era stata scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi in Colombia nel 1981, per ricordare il brutale assassino delle tre sorelle Mirabal nel 1960, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime dittatoriale  della Repubblica Dominicana.
Man mano questa data è stata adottata da varie associazioni e organizzazioni, come anche Amnesty International. In Italia diversi centri antiviolenza hanno cominciato a celebrare questa giornata portando sotto i riflettori i tanti episodi di violenza e omicidio che ogni giorno si susseguono contro le donne.
E se l’informazione tradizionale più attenta si muove nei canali classici, online girano tanti articoli, vignette, messaggi sia nelle varie testate giornalistiche, sia nei blog che sui social network, che sono come sempre mezzo di espressione e discussione per tanti utenti, soprattutto giovani.
Su Twitter ad esempio sono andati forte gli hastag #nomore,  #25novembre e #femminicidio, e ci sono stati tanti commenti per commemorare questa importante giornata, non senza un velo di sfiducia e polemica.
Gaia ricorda: “Oggi, per favore, non parlate solo di primarie: è la giornata mondiale della violenza contro le donne”, mentre Elena ci tiene a dire che: “La giornata contro la violenza sulle donne non dovrebbe essere solo oggi ma tutti i giorni e ogni secondo dell'anno”.
E’ più diretta Valentina: “La violenza sulle donne è una vera piaga sociale. Uomini imparate il rispetto. Donne insegnatelo ai vostri figli”, sottolineando, dunque, come la violenza sulle donne sia il risultato di un problema profondamente culturale.
Stefania porta i conti: “La violenza domestica è la prima causa di morte di donne nel mondo tra i 16 ai 24 anni”, mentre Manuela si chiede: “Perché la #violenza sulle donne non è una priorità nell’agenda politica di questo Paese?”.
Tante domande, tutte legittime, tutte importanti. C’è anche chi esorta al cambiamento, che venga dall’alto: “Odio i proclami e le strumentalizzazioni politiche. Piuttosto impegnatevi per cambiare qualcosa, davvero.
E poi c’è chi, guarda caso proprio un uomo, un ragazzo di nome Guido, ci ricorda: “Le donne sono persone. E come tali, hanno il diritto di essere rispettate, valorizzate e tutelate. Un sorriso sincero, per voi.”
Meglio di un fiore, grazie.

Luisa Ferrara