L'ultimo articolo che ho scritto per
Il caffè, uscito il 14 Settembre 2012.
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Foto da
http://altocasertano.wordpress.com |
La settimana scorsa abbiamo parlato, o meglio accennato, al problema dei
roghi tossici nella Terra dei Fuochi,
ovvero quel territorio che si estende tra la provincia di Napoli e Caserta.
Talvolta è l’ignoranza della gente che aggrava una situazione derivante dalla
negligenza politica, e che porta singoli elementi a dar fuochi ai rifiuti
ammassati per strada. Non si capisce, o forse non si sa o non si vuol sapere,
che la spazzatura bruciata fa male, la combustione crea fumi dannosi, diossina
e altre schifezze.
Poi ci sono gli incendi voluti e ordinati da un sistema malavitoso che
sulla non-gestione dei rifiuti ci ha fatto un impero economico: la camorra, le
eco balle, gli inceneritori, le discariche. E poi ci sono i sindaci che si
sentono impossibilitati a fare qualunque cosa, perché lasciati soli, ma anche i
sindaci strafottenti, e purtroppo, quelli conniventi e collusi. E poi c’è la
Provincia di Napoli, e la Provincia di Caserta, e poi c’è Caldoro … e la
filastrocca potrebbe non finire più, quindi mi fermo io.
Oggi voglio parlare della gente comune che si ammala quotidianamente, e di
quei medici che si trovano in una situazione insostenibile, poiché il tasso di incidenza di tumori in
Campania è sempre più alto e preoccupante. Una “Campania Felix” distrutta dal malgoverno e dalla crudeltà di
camorristi affaristi, altro che “Terra di Lavoro”. Non c’è lavoro, non c’è salute e sembra non
esserci molta speranza.
I dati sono allarmanti: i bambini nati in Campania
hanno in media due anni in meno di aspettativa di vita rispetto al resto
d’Italia, sostiene il segretario
nazionale della Società Italiana Medicina Generale Gaetano Piccinocchi, e ciò è
dovuto all’inquinamento dell’acqua, dell’aria e de suolo. I ricercatori
napoletani Antonio Giordano e Giulio Tarro hanno pubblicato a fine luglio il
volume “Campania, terra di veleni”,
disponibile anche in formato e-book,
un libro sul disastro ambientale in Campania e sui rapporti tra l’inquinamento ambientale
e lo sviluppo di malattie genetiche e di varie tipologie di cancro.
L’incidenza
tumorale in Campania è aumentata negli ultimi anni del 47%, secondo i dati
dell’Istituto Pascale, polo oncologico di eccellenza nazionale. Negli ultimi 20 anni in Campania si muore più
di prima, mentre nel resto d’Italia c’è un’inversione di tendenza. Il
rapporto mette in connessione i picchi di mortalità per cancro con l’aggravarsi
dell’emergenza rifiuti e del fenomeno dei roghi tossici che hanno avvelenato le
terre tra le province del napoletano e del casertano. Sempre a fine luglio, in
risposta agli studi del Pascale, il Ministro
Balduzzi ha indetto una commissione per
verificare questi dati, composta da tecnici del Ministero della salute e
dell’Istituto Superiore di Sanità, e dai Carabinieri del Nas. Entro fine
settembre dovrebbe essere pronta una relazione
sulla situazione
epidemiologica nella regione Campania, in particolare
nelle provincie di Napoli (città esclusa) e Caserta. Chissà quali saranno i
risultati, ma soprattutto, chissà quali saranno le reazioni e le azioni
che si vorranno compiere.
Antonio Marfella, oncologo dell’ospedale Pascale di Napoli, ha lottato tanto assieme ad altri medici dell’associazione
Medici per l’Ambiente per vedere istituito un Registro dei Tumori Regionale, che dopo enormi pressioni da parte di migliaia di cittadini esasperati , è stato approvato questa estate in Consiglio Regionale.
E’ stato però rifiutato l’emendamento che avrebbe
consentito la partecipazione di Medici per l'Ambiente alla Commissione scientifica, seppure
in forma di uditori e in maniera assolutamente gratuita.
Marfella aveva da tempo diffuso
online e sui social network un suo importante articolo intitolato: “Quello che non ho e non ci vogliono dare: il Registro
dei Tumori”, alla cui base c’è la convinzione che solo una conoscenza
approfondita e verificata dei dati può dare davvero l’idea della gravità della
situazione e incitare alla risoluzione per salvare la salute e la vita dei
cittadini.
Luisa Ferrara
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