domenica 23 settembre 2012

Il Registro della salvezza.

L'ultimo articolo che ho scritto per Il caffè, uscito il 14 Settembre 2012.

Foto da  http://altocasertano.wordpress.com

La settimana scorsa abbiamo parlato, o meglio accennato, al problema dei roghi tossici nella Terra dei Fuochi, ovvero quel territorio che si estende tra la provincia di Napoli e Caserta. Talvolta è l’ignoranza della gente che aggrava una situazione derivante dalla negligenza politica, e che porta singoli elementi a dar fuochi ai rifiuti ammassati per strada. Non si capisce, o forse non si sa o non si vuol sapere, che la spazzatura bruciata fa male, la combustione crea fumi dannosi, diossina e altre schifezze.
Poi ci sono gli incendi voluti e ordinati da un sistema malavitoso che sulla non-gestione dei rifiuti ci ha fatto un impero economico: la camorra, le eco balle, gli inceneritori, le discariche. E poi ci sono i sindaci che si sentono impossibilitati a fare qualunque cosa, perché lasciati soli, ma anche i sindaci strafottenti, e purtroppo, quelli conniventi e collusi. E poi c’è la Provincia di Napoli, e la Provincia di Caserta, e poi c’è Caldoro … e la filastrocca potrebbe non finire più, quindi mi fermo io.
Oggi voglio parlare della gente comune che si ammala quotidianamente, e di quei medici che si trovano in una situazione insostenibile, poiché il tasso di incidenza di tumori in Campania è sempre più alto e preoccupante. Una “Campania Felix” distrutta dal malgoverno e dalla crudeltà di camorristi affaristi, altro che “Terra di Lavoro”.  Non c’è lavoro, non c’è salute e sembra non esserci molta speranza.
I dati sono allarmanti: i bambini nati in Campania hanno in media due anni in meno di aspettativa di vita rispetto al resto d’Italia, sostiene il segretario nazionale della Società Italiana Medicina Generale Gaetano Piccinocchi, e ciò è dovuto all’inquinamento dell’acqua, dell’aria e de suolo. I ricercatori napoletani Antonio Giordano e Giulio Tarro hanno pubblicato a fine luglio il volume “Campania, terra di veleni”, disponibile anche in formato e-book, un libro sul disastro ambientale in Campania e sui rapporti tra l’inquinamento ambientale e lo sviluppo di malattie genetiche e di varie tipologie di cancro.

L’incidenza tumorale in Campania è aumentata negli ultimi anni del 47%, secondo i dati dell’Istituto Pascale, polo oncologico di eccellenza nazionale.  Negli ultimi 20 anni in Campania si muore più di prima, mentre nel resto d’Italia c’è un’inversione di tendenza. Il rapporto mette in connessione i picchi di mortalità per cancro con l’aggravarsi dell’emergenza rifiuti e del fenomeno dei roghi tossici che hanno avvelenato le terre tra le province del napoletano e del casertano. Sempre a fine luglio, in risposta agli studi del Pascale, il Ministro Balduzzi ha indetto una commissione per  verificare questi dati, composta da tecnici del Ministero della salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, e dai Carabinieri del Nas. Entro fine settembre dovrebbe essere pronta una relazione sulla situazione epidemiologica nella regione Campania, in particolare nelle provincie di Napoli (città esclusa) e Caserta. Chissà quali saranno i risultati, ma soprattutto, chissà quali saranno le reazioni e le azioni che si vorranno compiere.

Antonio Marfella, oncologo dell’ospedale Pascale di Napoli, ha lottato tanto assieme ad altri medici dell’associazione Medici per l’Ambiente per vedere istituito un Registro dei Tumori Regionale, che dopo enormi pressioni da parte di migliaia di cittadini esasperati , è stato approvato questa estate in Consiglio Regionale. E’ stato però rifiutato l’emendamento che avrebbe consentito la partecipazione di Medici per l'Ambiente alla Commissione scientifica, seppure in forma di uditori e in maniera assolutamente gratuita.
Marfella aveva da tempo diffuso online e sui social network un suo importante articolo intitolato: “Quello che non ho e non ci vogliono dare: il Registro dei Tumori”, alla cui base c’è la convinzione che solo una conoscenza approfondita e verificata dei dati può dare davvero l’idea della gravità della situazione e incitare alla risoluzione per salvare la salute e la vita dei cittadini.  

Luisa Ferrara

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