lunedì 23 aprile 2012

Una coppa di speranze.

Da Il caffè del 20 Aprile 2012


Foto tratta da www.campaniasuweb.it

L’Italia e i partiti sembrano vivere un’enorme crisi, sotto tanti punti di vista. Per la prima la crisi economica, per i secondi una crisi dei valori che ricorda quasi la vecchia Tangentopoli. Ci sono uscite che arrivano inaspettate come fulmini in cieli non proprio già sereni, tipo il nostro Borghezio padano che propone di vendere la Campania e la Sardegna agli americani o ai russi. Ma ci si fa una risata guardando poi a tutto quello che realmente sta scuotendo la Lega. Hanno rubato sui rimborsi elettorali, soldi dei cittadini, anche peggio di altri partiti, e qualcuno ha ironizzato su Bossi dicendo “chi va con lo zoppo,impara a zoppicare” riferendosi al Pdl e a Berlusconi. La Lega si era sempre detta un movimento legato al territorio, ai cittadini, con forti radici, diversa dagli altri partiti dediti a fare affari, e invece, cosa è successo? E cosa dovremmo rispondere noi cittadini del Sud dopo questo scandalo? Dovremmo proporre di vendere la Padania? Ridicolo.
E’ tutto così bizzarro che vengo facilmente distratta dalle belle foto dell’America’s Cup di Napoli che vedo scorrere nella mia bacheca di Facebook così azzurra e sognante. Se ci fosse lo spazio vi pubblicherei qui tutte le foto che sono state scattate nei giorni delle regate, nei giorni del “lungomare liberato” così come è stato battezzato da miei giovani colleghi giornalisti napoletani.  A prescindere dall’interesse sportivo, che può anche non coinvolgere, è un qualcosa di estremamente emozionante vedere tanta gente riversarsi per le strade e godersi la città dinanzi alle telecamere di tutto il mondo. Mi hanno raccontato che a Pasquetta c’erano centinaia e centinaia di persone in giro, con pattini, biciclette e a piedi. Bambini liberi di scorazzare, senza la paura di auto in corsa. Un evento ben organizzato, che ha resistito, nonostante il tempaccio che ha accompagnato la gara. E’ questa la risposta silenziosa di una città che prova a risalire la china dopo anni di vessazioni politico-mediatiche. Questa forse è la vera politica del fare e non dei proclami, non solo una città libera dai rifiuti, ma che tenta di allinearsi a molte capitali Europee pur nelle più numerose difficoltà. Se ne è parlato tanto su Facebook, tra amici e non, di cosa serva adesso a questa rinascente Napoli. Più ZTL, ma anche più bus. Bisognerebbe terminare la metro e incentivare la circumvesuviana, invece di diminuire drasticamente le corse, come è stato fatto. Un Sindaco da solo, seppure con grande voglia di fare, non può fare molto. Dovrebbe esserci un concerto di intenti di Provincia e Regione, non solo nel prendersi i meriti.
L’auspicio è che la ZTL resti anche dopo la contingenza dell’evento, ma per fare ciò bisognerebbe rivedere tutta la viabilità, per evitare congestionamenti, e sensibilizzare la gente a lasciare più spesso l’auto a casa. Si può fare offrendo servizi, e semplificando la vita dei cittadini, che a Napoli sono già provati da una difficile convivenza con un enorme flusso di pendolari che quotidianamente si riversano nella città dalla provincia. A Napoli c’è troppa gente, troppe persone che disordinatamente ogni giorno attraversano la città. Forse come Roma o come Milano, certo, ma con una sola (mezza?) linea metropolitana, è difficile trovare una soluzione.
Tornando all’evento America’s Cup, è ancora visitabile il sito web (www.acnapoli.org), ben fatto e aggiornato, sia in Italiano che in Inglese, e ufficialmente collegato alla pagina www.facebook.com/AmericasCupNapoli. All’interno del sito ci sono sezioni dedicate al turismo, all’ospitalità per i turisti e altre varie iniziative. Nonostante tutta questa organizzazione, mi è capitato di sentire al Tg, le lamentele dei commercianti ed esercenti della zona, preoccupati del minore afflusso di clienti nelle serate del week end precedenti alle regate. Certo, chiudere il lungomare al traffico ha portato magari meno gente nei locali, ma è possibile che tali “imprenditori” della ristorazione non siano stati in grado, dinanzi ad un evento del genere, di reinventare la loro offerta al cliente e al turista? La maggioranza di essi ha chiuso nelle giornate di Pasqua e Pasquetta, facendosi sfuggire due giornate importanti per gli incassi, ma anche per l’immagine del centro di Napoli. Non deve essere stato bello per turisti, ma anche per i cittadini accorsi, trovare l’80% dei negozianti chiusi. Purtroppo si ha sempre più spesso la sensazione che certe categorie di persone vogliano, come si dice proprio a Napoli, “il cocco ammunnato e buono”. Quando capiranno che bisogna darsi da fare in prima persona per cambiare le cose, spero che non sarà troppo tardi. 

Luisa Ferrara

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