giovedì 19 aprile 2012

L'inverno dei mercati e le prediche di Napolitano.


Da Il Caffè del 13 Aprile 2012




Foto tratta da cambiailmondo.org


Mentre le indagini della magistratura mettono in subbuglio il partito della Lega Nord, mentre Camusso, Fornero e Mercegaglia litigano sulla riforma del lavoro, mentre si mette mano in Parlamento ad una legge che regoli (meglio di quanto è stato fatto finora) i rimborsi elettorali ai partiti, Napolitano fa una delle sue belle prediche, cui ormai siamo abituati, e che forse in qualche modo, un po’ ci tranquillizzano.

Non basta l'invocazione un po' fastidiosa e vacuamente polemica della crescita come se ci fosse sordità su questo, come se fosse chiuso il capitolo del rigore finanziario, serve un mercato del lavoro più trasparente, meglio regolato ed efficiente, ma serve anche nuova occupazione per i giovani’, ha detto il presidente della Repubblica nella cerimonia al Quirinale per la presentazione del progetto "Gse, energie per il sociale”. Il capo dello Stato ha ricordato che nel Paese c'è ‘una seria disoccupazione e inoccupazione giovanile che pesa sulle famiglie, una mancanza di prospettive di occupazione per i giovani’, e ha promesso che di ciò si terrà conto in Parlamento nella discussione sulla riforma del mercato del lavoro.
Ma quali sono gli umori e le preoccupazioni degli italiani che trapelano dal web? Tra uno spread in salita e uno discesa, la gente comincia ad avere paura davvero. Le tasse aumentano, così come aumenta l’evasione di chi riesce a farla franca ingannando i propri concittadini e lo Stato. L’incremento della pressione fiscale smorza la vera crescita, se per crescita si intendono investimenti da parte delle imprese e assunzioni. Dinanzi a tante tasse molte piccole e medie imprese collassano, considerando la crisi economica, l’inflazione, l’impoverimento delle famiglie, la disoccupazione. C’è incertezza, si ripete da mesi, si fanno meno progetti perché si è più precari, si fanno meno acquisti perché tutti più poveri.
Da dov’è che si può davvero ripartire? Ecco che fioccano i commenti delusi, arrabbiati, ironici alle parole di Napolitano, sicuramente non contro la sua persona, che in quanto garante della democrazia non è certamente il responsabile di questa situazione, ma da cui forse ci si aspetta qualcosa in più.
Da Twitter, citando le parole di Giorgio Napolitano: “Non c’è crescita senza innovazione, dovrebbero dirlo a coloro che tagliano i fondi alla ricerca” esclama un giovane iscritto.  Oppure: “Ora rilanciare la crescita, se si riferiva a quella di #spread, debito pubblico e suicidi, l’obbiettivo è stato raggiunto”. Qualcuno è più duro, e inserisce, non proprio velatamente, il Capo dello Stato tra i responsabili: “Si deve agire dalla ripresa, esatto: bisogna assolutamente fermarli, a partire dal colle”. “Ci assilla ( a noi anziani) il rilancio della #crescita produttiva e occupazionale” si ironizza ancora partendo dalle parole del Presidente. “E’ l’inverno dei mercati” ha detto Napolitano, e da Twitter rispondono: “Già pronte le catene”. Qualcuno è anche più duro, invocando la galera per Napolitano, Monti e la Fornero, responsabili dello sfascio dell’Italia.
La borsa italiana cala, e l’illusione di essere usciti dalla crisi vacilla. Lo spread è ancora instabile, ma non si può dire che il responsabile della crisi sia il governo tecnico. Piuttosto, si può criticare il modo di uscirne o cercare di risolverla. Sicuramente accanto a emendamenti essenziali ci sono altrettante soluzioni che sono state inaspettate e non sembrano, almeno finora, nel breve termine, essere efficaci. Ciò che delude è il fatto che non ci sia stata una vera legge patrimoniale, e che non si siano toccati i veri grandi sprechi e privilegi della politica.
Basterà la crisi dei partiti a riformare la nostra classe politica, a renderla più responsabile e accorta, più parsimoniosa e onesta?
La paura è che alle prossime elezioni nulla cambierà e la parentesi del governo tecnico sia stata una pillola amara e indigesta, quanto inefficace. 

Luisa Ferrara

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