giovedì 16 febbraio 2012

L'economia reale.


E' inquietante come gli esponenti politici italiani, e non parlo del governo tecnico, non affrontino mai le vere cause di questa crisi. Sembra, in generale, che non sappiano che pesci prendere, si lamentano delle "riforme" Monti e non toccano mai la questione di fondo. Quali sono le cause di questa crisi economica internazionale? Di chi è la responsabilità? Delle banche? Delle borse? Della finanza "malata"? Come evitare che questo si ripeta? Come evitare che l'Italia faccia la fine della Grecia andando incontro ad una recessione economica senza ritorno? Alle volte vorrei che qualcuno mi parlasse di questo. Vendola, Di Pietro, Bersani, Casini, Fini eccetera. 
Chissà quali sono i presupposti per andare alle elezioni politiche, quali sono le idee e le proposte. Avranno delle proposte? Io vedo molta poca competenza, qualche volta vedo qualche buona intenzione, ma poca reale capacità. E il fatto stesso che non ci siano stati concreti tagli agli stipendi politici è altro sintomo di immensa distanza dal popolo italiano. 
Sono molto preoccupata... il fatto che sia finita (male) l'era Berlusconi non mi rende più serena, se dopo il disastro c'è il vuoto, forse in fondo è meglio Monti, nonostante io non condivida tutto quello che sta facendo. Sono certamente favorevole alla lotta all'evasione fiscale, al fatto che (forse) anche la Chiesa pagherà l'Ici, ai tagli per la spesa militare, alla trasparenza sui redditi dei Parlamentari, ma mi piacerebbe sentir parlare di una seria politica di crescita economica. Dopo la riforma sulle pensioni (un'ecatombe per un Paese in cui il welfare scarseggia), ora si parla di toccare l'Articolo 18, come se dare la possibilità di licenziare senza giusta causa, fosse la panacea di tutti i mali. Togliere diritti a qualcuno, non vuol dire poterli concedere poi a più persone, è un ragionamento che non sta in piedi, ahinoi! Bisognerebbe aprire un bel dossier e provare a capire quali sono le motivazioni per cui l'economia reale, quella delle imprese, non va. Perché le aziende chiudono, perché non aprono, perché portano le produzioni all'estero, perché assumono poco o male, senza garanzie. Perché non c'è un sano e proficuo contatto tra il mondo dell'università e quello dell'imprenditoria, perché c'è questo immobilismo decennale e assassino. 

Luisa Ferrara



Nessun commento:

Posta un commento