lunedì 16 gennaio 2012

Per fortuna o purtroppo.

La tragedia che ricorda il Titanic, il freddo, le acque gelide, la "colpa umana". 
Un'Italia sempre più cruenta, dove si ammazza per soldi, dove ci si suicida perché si è persa la dignità.
Le news scorrono veloci, inquietano gli animi più sensibili.
Alle volte la fine del mondo sembra aver preso le coscienze, mi sembra tutto un lento sprofondare verso il baratro.
Non senti belle notizie, sei angosciato da tutto quello che riguarda la politica italiana, la non crescita economica, il rischio di fallimento statale, la disoccupazione, il precariato.
Vivi la crisi anche un po' sulla tua pelle, sei preso dalla paura per il futuro. 
Le prospettive non sono rosee, non di certo.

Chissà se gli italiani in questa fase si sentono più uniti o tutto questo non serve a nulla. Mi chiedevo oggi, quanto una tragedia possa influire sul senso di unità di un paese. Quanto la crisi in generale possa accomunare le varie classi sociali. Ultimamente ho sentito una nuova formula: "gli italiani che mettono le mani in tasca ad altri italiani". Parola di Monti, parlando degli evasori fiscali. Eh si, perché c'è una parte consistente di nostri concittadini che non pagando le tasse, toglie a tutti, toglie agli altri, toglie alla comunità. E come dice la pubblicità "se tutti pagano le tassi ci sono più servizi per tutti", ma sarà vero?

Saranno parole vecchie o scontate, ma per me l'Italia non è un paese unito, non lo è e difficilmente lo diventerà. E non solo per l'esistenza della Lega, e non solo per l'eterna lotta tra Nord e Sud o tra comunisti e fascisti (che non è dir poco). Siamo un popolo convinto che fottere l'altro equivalga a essere vincenti. Non c'è voglia di fare le cose assieme per migliorare la realtà, c'è un egoismo agghiacciante. E' nell'aria, purtroppo.



Giorgio Gaber diceva: "io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono". 
Non so se trovarmi d'accordo, ma indubbiamente la sua poesia nasconde una grande sensibilità. L'odio-amore verso la propria patria è un sentimento sano. Non si dovrebbe mai smettere di sottolineare ciò che non va, per poterlo migliorare, perché in fondo, si ama la propria terra. Io non credo che la soluzione sia andare via. Bisogna provarci qui, almeno provarci. 

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